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OSTEOPOROSI
L'osteoporosi è una malattia delle ossa caratterizzata da una bassa massa ossea e dal deterioramento della microarchitettura della struttura ossea, che porta a un aumento della fragilità dell'osso e a un conseguente aumentato rischio di frattura. È la più diffusa malattia dell'osso dei paesi sviluppati. Poiché la perdita ossea è un fenomeno causato dall'invecchiamento, sia gli per uomini che le donne sono a rischio di osteoporosi; tuttavia, data la veloce perdita ossea che inizia alla menopausa, le donne sono esposte a un rischio doppio di frattura rispetto agli uomini della stessa età.
Tra i fattori di rischio per l'osteoporosi, oltre ad alcuni fattori genetici ancora poco conosciuti, si includono la scarsa nutrizione e il basso peso corporeo (meno dell'85% del peso ideale, o meno di 55 chilogrammi); la limitata introduzione di calcio; l'abuso cronico di alcol; il fumo di sigaretta; l'eccessiva assunzione di caffeina; uno stile di vita sedentario e l'esposizione cronica a farmaci specifici, come gli antiepilettici e i farmaci steroidei. L'osteoporosi si sviluppa quando viene invertito il normale equilibrio tra l'attività degli osteoblasti (cellule formanti osso) e quella degli osteoclasti (cellule riassorbenti osso). Il normale bilanciamento dell'attività tra osteoblasti e osteoclasti negli adulti avviene quando l'ammontare di neoformazione ossea eguaglia la quota di riassorbimento. Un'accelerata perdita ossea si verifica nelle donne dopo la menopausa perché aumenta l'attività degli osteoclasti. Questi ultimi infatti formano lacune di riassorbimento più profonde e più numerose mentre gli osteoblasti non rie­scono a rimpiazzare l'osso riassorbito alla stessa velocità. Questo processo conduce a una perdi­ta netta di osso. AI contrario, la perdita ossea che si verifica con il normale avanzamento del­l'età dipende da una diminuita attività degli osteoblasti, mentre gli osteoclasti mantengono la loro attività normale o addirittura lievemente diminuita.

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