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MAGNETOTERAPIA

La Magnetoterapia utilizza apparecchiature generanti campi magnetici variabili a bassa intensità. Gli effetti del campo magnetico dipendono dalla disposizione di elettroni negli atomi, nelle molecole, nei cristalli.
Il corpo umano sarebbe neutro dal punto di vista magnetico perché costituito sia da componenti debolmente magnetici sia da componenti non magnetizzabili.
All’interno dei tessuti biologici interessati dal campo magnetico si creano differenze di potenziale che danno origine ad una corrente elettrica indotta.
 
Effetti fisiologici e terapeutici:
Volendo effettuare una classificazione degli effetti ottenuti dall’ interazione dei sistemi biologici dei campi magnetici bisognerebbe distinguere tra:
  • Effetti magnetici che corrispondono all’azione diretta del CM;
  • Effetti elettrici dovuti al campo elettrico indotto.
 Gli effetti magnetici sono dovuti all’interazione del CM con materiali ferromagnetici, paramagnetici e diamagnetici presenti nell’organismo.
Gli effetti antiflogistici e stimolanti per la riparazione tissutale che producono i campi magnetici sull'organismo umano, consentono il raggiungimento di importanti risultati terapeutici soprattutto su patologie quali fratture, osteoporosi, artropatie, ritardi di consolidazione.
 
Effetti terapeutici:
Le modificazioni biologiche indotte dai campi magnetici sulle membrane biologiche, sulle cellule e sui vasi determinano i seguenti effetti terapeutici:
Effetto antiflogistico ed antiedemigeno
La magnetoterapia svolgerebbe l'azione antiflogistica attraverso un processo di ripolarizzazione delle membrane cellulari. Alcuni autori sostengono che in seguito ad aggressioni meccaniche, fisiche o chimiche, le membrane cellulari si depolarizzino. Tale fenomeno determinerebbe un’abnorme penetrazione del sodio all'interno delle cellule, ritenzione idrica ed evoluzione verso l'edema. La magnetoterapia arresterebbe tali fenomeni perchè è in grado di ripolarizzare le membrane biologiche e normalizzare l'azione della pompa Na/K. L'effetto antiflogistico è provocato da campi magnetici con intensità superiore a 50 Gauss.
Effetto stimolante la riparazione tissutale
Alcune esperienze hanno dimostrato che la magnetoterapia è in grado di accelerare i processi di consolidazione delle fratture e di riparazione dei tessuti. L'effetto biostimolante della magnetoterapia sarebbe secondario all'aumentata attività metabolica cellulare e all'intensa neoformazione vascolare, che favorirebbe un maggior apporto di sostanze nutritizie. L'effetto biostimolante è influenzato dalla frequenza e dall'intensità del campo magnetico: in particolare è accelerata dai campi magnetici con frequenza di 50 Hz e intensità superiore a 50 Gauss.

 
Le indicazioni:
·        Fratture recenti e ritardi di consolidazione
I campi magnetici, stimolando l'attività osteogenetica a livello della rima di frattura, accelerano i tempi di consolidazione delle fratture in una percentuale altissima di casi. Il processo di guarigione delle discontinuità ossee si verifica attraverso l'induzione dell'effetto piezoelettrico nelle strutture connettivali, il miglioramento delle condizioni circolatorie locali.
·        Pseudoartrosi
E' stato dimostrato che i campi magnetici sono efficaci nel trattamento delle pseudoartrosi.
·        Morbo di Sudeck ed osteoporosi
La magnetoterapia è risultata efficace nell'80 % dei casi di morbo di Sudeck e nel 70 % delle osteoporosi.
·        Artropatie di natura infiammatoria e degenerativa
Rappresentano un'indicazione al trattamento con magnetoterapia sia le artropatie di natura infiammatoria che degenerativa. Risultati positivi si hanno nell'artrite reumatoide localizzata alle mani e alle ginocchia, nella spondilite anchilopoietica, nella gonartrosi e nell'artrosi lombare.
·        Arteriopatie obliteranti
I campi magnetici risultano efficaci nelle patologie vascolari grazie alla loro influenza sul flusso ematico e sul microcircolo.
·        Piaghe da decubito
L'effetto biostimolante giustifica l'impiego della magnetoterapia in questa patologia. Sono richiesti trattamenti molto lunghi.
·        Psoriasi
La psoriasi risponde positivamente a questa terapia nel 60% dei casi.
 
Le controindicazioni:
  • Donne in stato di gravidanza
  • Pace-maker
  • Mezzi di sintesi magnetizzabili
  • Tubercolosi
  • Neoplasia
  • Diabete giovanile
  • Micosi
  • Malattie virali
  • Protesi acustiche
  • Emorragie intestinali

     

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