La malocclusione è una malattia. Non è rappresentata solo da uno scorretto ingranaggio dentale formatosi nel combaciamento dell'arcata superiore con quella inferiore, così come espresso dalla sua denominazione. Per lo meno no dal punto di vista della geometria statica. Talora può sussistere una malocclusione anche in presenza di un ingranaggio dentale "apparentemente" armonico. La malocclusione ha rilevanza nella dinamica funzionale esercitata dalle arcate dentarie, che coinvolge diverse sedi cliniche. La malocclusione si manifesta, infatti, nello scheletro craniofacciale, nel sistema neuromuscolare orofacciale, nei tessuti "molli" stomatognatici e nelle arcate dentarie: in verità il più delle volte la diagnosi di malocclusione viene posta solo per questo ultimo aspetto, e ciò può portare a dei fraintendimenti. A questi aspetti propri del Sistema stomatognatico dobbiamo aggiungere quelli di coinvolgimento del Sistema posturale globale in un nesso di causalità circolare proprio dei Sistemi. Nella valutazione dei rapporti tra malocclusione e postura la maggior parte dei posturologi parla invece di cause ascendenti quando ritengono che una disorganizzazione posturale ad altro livello coinvolge secondariamente il Sistema stomatognatico e di cause discendenti quando una malocclusione causa una disorganizzazione posturale ad altro livello. Anche se in una clinica sbrigativa questa semplificazione può essere in alcuni casi vicina alla realtà e alla base di un comportamento clinico che riesce ad alleviare la maggior parte dei segni e dei sintomi questo non è mai vero in quanto postula una correlazione causa effetto lineare mentre esiste sempre un meccanismo di retroazione (feedback) che coinvolge circolarmente tutti i sottosistemi posturali. E' vero altresì che quando la malocclusione è il nodo più importante da sciogliere, un intervento appropriato sul Sistema stomagnatico è risolutivo in modo drammatico.
Quali sono questi sintomi?
- Dolori all'Articolazione Temporo-Mandibolare (ATM), localizzati e spesso confusi con dolori all'orecchio
- Bruxismo, digrignamento e/o serramento dei denti la notte
- Acufeni (fischi all'orecchio), vertigini, senso di ovattamento delle orecchie
- Nevralgia del Trigemino
- Mal di testa, di varie tipologie
- Dolori cervicali
- Tensioni muscolari alla mascella, al collo, alle spalle
Come mai la mandibola influenza la postura?
"Appeso" sotto la mandibola troviamo l'osso Ioide, che oltre alla mandibola, è anche collegato alla parte posteriore del cranio nella regione dell'Atlante. L'osso Ioide è l'unico osso del corpo senza collegamenti diretti con altre ossa, si tratta praticamente di un osso a sé stante!
L'osso Ioide si comporta nel corpo come la livella a bolla del muratore: esegue la regolazione statica della postura. Lo Ioide è il punto cruciale di collegamento delle catene muscolari da cui dipende la postura. Nella parte superiore, l'osso Ioide è collegato alla mandibola; uno spostamento spaziale della mandibola corrisponda ad uno spostamento dell'osso Ioide, che a sua volta modifica la tensione delle catene muscolari che regolano la postura statica del corpo, similmente ad una marionetta manovrata da fili.
La sequenza è questa: i denti determinano la posizione della mandibola, la mandibola determina la posizione dell'osso Ioide e quest'ultimo regola la postura del resto del corpo.
Contratture muscolari create dal disallineamento dell'Atlante e malposizione della mandibola sono i fattori che determinano le tensioni asimmetriche sull'osso Ioide e il conseguente danno alla postura come ad esempio bacino inclinato o una spalla più alta dell'altra.
Ecco spiegato il motivo per cui la correzione del bacino eseguita da chiropratici e osteopati non si mantiene nel tempo: il problema di base risiede a monte! Fino a quando non si corregge l'Atlante, e se necessario anche la mandibola, il bacino ritorna sempre ad assumere una posizione asimmetrica! La dimostrazione di ciò è data dal fatto che correggendo l'Atlante e la mandibola, il bacino si riallinea da solo e, cosa molto più importante: rimane allineato!
La pratica ha dimostrato come la teoria ortopedica ormai antiquata, secondo la quale il disallineamento del bacino sarebbe indotto dai piedi o dal problema costituito da una gamba più corta dell'altra, risulta nella maggior parte dei casi completamente sbagliata.
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