Partiamo dal presupposto che le vene varicose sono di fatto dei vasi sanguigni ingrossati che si possono girare e anche torcere, in genere si sviluppano nelle gambe e si notano attraverso la pelle. La causa principale è strettamente collegata all’indebolimento della parete dei vasi sanguigni o anche alla presenza di valvole difettose che di fatto non permettono al sangue di fare ritorno al cuore.
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Insomma un particolare di non poco conto che non solo causa un evidente problema estetico, ma può portare anche a dei problemi di non poco conto, come ad esempio la trombosi.
Per cui la vera domanda da porsi è quando vedere uno specialista? In genere se i sintomi peggiorano o continuano nel tempo, è sempre il caso di fare un controllo. Un medico potrà di fatto fare una valutazione della situazione con degli strumenti non invasivi e poi dare la cura che in una prima fase comprende:
- l’uso di calze a compressione,
- l’esercizio fisico regolare,
- l’alzarsi frequentemente durante il giorno per favorire la circolazione.
Inseguito se la situazione peggiora è possibile pensare anche ad una soluzione chirurgica, come ad esempio quando ci sono:
- Sintomi gravi che influenzano la qualità della vita quotidiana.
- Complicazioni come ulcere venose o trombosi venosa profonda.
- Fallimento delle terapie conservative nel fornire sollievo adeguato.
- Preoccupazioni estetiche significative associate alle vene varicose.
Ma quali sono gli interventi che vanno bene per le vene varicose? In linea di massima sono: la scleroterapia, il laser, la fleboterapia rigenerativa e l’ablazione endovenosa
Ovviamente scegliere quello giusto non è facile, ma tutto dipende dalla gravità del problema e dalla presenza di complicazioni nel paziente. Infatti i primi due trattamenti vanno bene per le vene varicose piccole, mentre il terzo va bene per i casi più gravi.